Davide Tonelli presenta la nuova collezione Liquida

Gli anni 50’ diventano contemporanei e colorano gli ambienti

Ceramica Fioranese ha presentato durante l’ultimo Cersaie una collezione davvero particolare “Liquida”, un nuovo progetto curato da Davide Tonelli, che ha pensato di rivisitare le tendenze vintage degli anni 50 in ottica moderna, sofisticata ed allegra. Liquida, che ha da subito riscosso molto successo di pubblico, si caratterizza per le tonalità che propone: sei nuovi colori pastello che sono avorio, tortora, rosa, salvia, carta da zucchero e cacao che rendono il gres porcellanato eclettico e d’impatto. In più otto patterns si aggiungono a completare l’offerta, rendendo ancora più contemporaneo il progetto, adatto ad essere inserito sia in contesti abitativi tradizionali che commerciali. Immersi in questo mood magico e avvolgente abbiamo intervistato Davide Tonelli per scoprire le origini di Liquida e capire da dove provenga l’ispirazione di una collezione così moderna e particolare.

– Non è la prima volta che lavora per Fioranese. Ci racconti come è nato questo sodalizio.

Un giorno mi è arrivata la chiamata di Fioranese, un’azienda che mi aveva sempre affascinato per il suo approccio a trattare le superfici in chiave creativa, con un dinamismo ed un’originalità in cui si rispecchiava anche il mio modus operandi. Questi valori comuni sono alla base della nostra collaborazione, arricchitasi quest’anno di due nuove collezioni, Liquida & Passepartout, che mediante la stampa digitale e la materia ricercano un connubio perfetto tra motivi degli anni 50 e l’innovazione tecnologica dei nostri giorni.

–  La serie che ha firmato quest’anno per Fioranese si chiama LIQUIDA. Come mai questo nome?

Ho immaginato lo scenario dell’abitare delle nuove generazioni e del loro stile di vita, un nuovo paradigma dello spazio abitativo che è “liquido”, fluido e deve cogliere i nuovi bisogni sociologici di co-living e co-sharing proponendo grafismi e accostamenti di colore inediti che riflettano attentamente le personalità dei “nuovi consumatori”, che si fanno portatori di innovazione e non sono più “passivi”.

–  Qual è l’ispirazione che l’ha portata a selezionare i decori e i colori di questa collezione?

Privilegiando le tonalità dell’ormai noto Millennial Pink, trend che funziona trasversalmente dalla moda agli interni per la sua forza in termini di “engagement”, l’idea è stata quella di costruirgli attorno una gamma di tonalità che varia dal tortora al marrone passando per il verde e il blu, capace di dialogare con esso. Unire il passato al futuro: è un po’ il colore che è diventato il simbolo delle nuove generazioni non frivole, nomadi, ed estremamente fluide.

– Quanto è importante la scelta del rivestimento per caratterizzare gli ambienti?

È determinante per dare una forte identità agli spazi. La decorazione è di nuovo protagonista per “connotare”, distinguersi, in un’era, quella “digitale” caratterizzata da un livello qualitativo della proposta altissimo ma spesso “anonimo” che rincorre, portandola all’estremo, l’imitazione foto-realistica di pietre e marmi o altri elementi naturali. Credo che nuove forme e nuovi usi del colore nella decorazione degli interni debbano rappresentare uno spunto di riflessione iniziale per riappropriarci della nostra identità ed essere discontinui rispetto all’omologazione.

– Perché ha scelto come ispirazione gli anni 50, come hanno caratterizzato l’interior design?

Il Passato continua ad esercitare su di noi un grande fascino. “Rispettarlo” aggiornandolo credo sia una delle sfide più interessanti per chi fa sviluppo prodotto sia esso ceramico o in qualunque altro settore. Gli anni 50 hanno lasciato un segno indelebile nelle forme e nei colori, uno dei migliori periodi storici per creatività non supportato da particolari tecnologie. Combinazioni cromatiche eccentriche per quel periodo che se, rapportate ad oggi, possono essere equivalenti ad un minimalismo retrò.

– L’artista o la scuola di design che l’hanno maggiormente influenzata nel suo lavoro?

Nel mio lavoro non c’è una fonte di ispirazione particolare, c’è osservazione, curiosità, contaminazione con tutto quello che ci circonda: letture, viaggi, musica, esperienze, in una parola il “vissuto”. È qualcosa che rimane sempre sullo sfondo e cerchi di trarne delle opportunità per trasformarlo in qualcosa di differente, di appropriato a cogliere i nuovi bisogni che si presentano.

– Tre oggetti di design che sono per lei un must?

Le sedute, in contrasto o in armonia con lo spazio. La lampada, elemento fondamentale per la creazione dell’ambiente. Un tavolino, elemento strutturale che diventa estetico.

Curiosi di entrare nel mood contemporaneo anni 50? Ti innamorerai di Liquida & Passepartout e dei loro colori pastello e patterns, visita www.fioranese.it/pavimenti-e-rivestimenti/fio/

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